Goodby stranger- Supertramp per Carla

Oh bene! la scelta di Carla mi da l’occasione di parlare di un argomento che da un po’ di tempo ho in mente di trattare, lo posterò nella categoria – chi ti ha dato la patente- storie di un automobilista, provetto, povero , sprovveduto, ci devo ancora pensare, sicuramente vi farete un’idea del mio rapporto col volante.

I Supertramp non li ho seguiti molto, lo dico per onestà musicale 🙂 anche se la loro musica era piacevole da ascoltare. La canzone Goodbye stranger è quella che conosco di più anche perchè è legata ad un momento sereno della mia vita.

Agosto fine anni settanta, sposati da meno di un anno, avevamo pronte le valigie per le vacanze al mare con Carla e Angelo, una coppia di sposi novelli come noi.

Saremmo dovuti partire nel primo pomeriggio a bordo del maggiolone dei nostri amici ma io ero ancora al lavoro perché il TIR dell’Olandese volante, così avevamo battezzato uno dei clienti più importanti della Fonderia Artistica della quale ero il giovanissimo direttore, era arrivato in ritardo.

Gli operai della fabrica erano tutti in ferie, perciò avevo dovuto caricare con l’aiuto del portinaio 200 orologi da tavolo e 400 candelabri in ottone brunito e lucidato con finiture in marmo bianco di Carrara. I 200 trittici erano contenuti in 400 gusci di polistirolo che avrebbero consentito un trasporto sicuro da eventuali danni.

La spiacevole sorpresa alla fine del carico fu constatare che in nessuna maniera era possibile far entrare in quell’enorme cassone 4 scatoloni bianchi e per farla breve toccò a me accompagnare il camion superaccessoriato al paese della Val Trompia dove  il nostro cliente prestigioso aveva affittato il magazzino.

Qui cominciò il mio malessere, dovevo giudare un furgoncino tutto chiuso, ossia senza finestrino posteriori ed io tuttora considero optional gli specchietti laterali nel senso che per me è come se non ci fossero affatto e non mi so regolare con quelli.

Mi consolai ascoltando a tutto volume alcune canzoni dalla radio dell’autocarro che guidavo.

I Supertramp cantavano  Goodby stranger:

And I will go on shining

like brand new

I’ll never look behind me

my troubles will be few

L’autista mi precedeva sulla strada che in quel periodo dell’anno era praticamente deserta, arrivammo a destinazione abbastanza alla svelta, mi sentivo sollevato.

Alcuni operai e l’olandese volante ci stavano aspettando al magazzino ubicato su una stretta curva in salita.

L’uomo al volante con una sola abile manovra infilò il suo mezzo nel locale e quando toccò a me l’operazione… cominciò il ballo.

Avanti e indietro, non riuscivo a centrare l’enorme portone.

Avanti e indietro, facile da dire ma non così semplice visto che per quattro anni l’unica cloche che avevo manovrato era quella sotto il cruscotto della mia Dyane 6 e quella del Fiorino risultava ingestibile così al posto della retro innestavo la quarta marcia. Grondavo sudore da tutte le parti in quell’afoso pomeriggio estivo

Nello sporgere la testa dal finestrino per cercare di venire fuori da quella situazione che diventava sempre più imbarazzante, mi parve di scorgere qualche sorriso di pietà e dal fondo del magazzino qualcuno rideva a crepapelle.

Allora presi la decisione, tirai il freno a mano, spensi la vettura e disinvoltamente scaricai a mano i quattro pacchi sotto l’occhio sbigottito dei presenti.

Quando rimontai in macchina, il grande capo, abbronzato e vestito di bianco come un pezzo di m…. avvolto di carta igienica si affacciò al finestrino e salutandomi con tanto di stretta di mano mi disse in un italiano abbastanza chiaro :

– Ma ti sei allenato a Monza?-

Non fosse stato il cliente così importante, non fosse che con la mente stavo già tuffandomi nell’acqua del mare, col caratterino di allora gli avrei dato un cedro sul naso , un cedro di quelli del Libano; mi limitai ad un sorriso a denti stretti e un :

-Goodby str….anger-.

                         E andrò avanti brillando

come se fossi nuovo di zecca

non mi guarderò mai indietro

i miei problemi saranno pochi

 

Questo diceva il ritornello che canticchiavo a memoria,

la realtà a venire…

non fu proprio così

20 pensieri su “Goodby stranger- Supertramp per Carla

  1. :-)))
    penso al cedro che sarebbe volentieri volato su quel naso!:-)))
    ma che carino sei stato, che sorpresa! 🙂
    devo dirti la verità, non erano proprio i miei preferiti, c’era anche Lou Reed, i Rolling stone….gli Heagle,
    Crosby (voce da Dio) Steve, Nesh e Young,…
    Ray Cood, nel mio repertorio 🙂
    (spero di averli scritti giusti!;-)
    la musica gioca sempre un ruolo importante nella formazione dei nostri ricordi, delle sensazioni….
    Grazie carissimo, ho molto apprezzato la tua sorpresa 🙂

    • gusti molto buoni i tuoi.
      Qualche errore l’ hai fatto: Eagle, Still, Nash, Cooder.
      Per quel Crosby voce da Dio meriti un bacio, è sempre stato il mio preferito, tanto che i miei amici (quelli che mi conoscevano nel “profondo musicale” mi chiamavano con quel nome -Crosby)

    • splendido Carla non può assolutamente mancare assieme alla perla di Crosby : If I could only remember my name ( quando ero sotto naja l’ho fatto acquistare a metà caserma) sicuramente lo conosci comunque ecco un assaggio:

  2. Mi complimento davvero per la tua originalissima inventiva che permette revival e il riempimento di buchi vuoti.Grazie infinite e…continua in questo nuovo con un poco di vecchio sempre da trattenere.Mirka

    • grazie Bianca , per un guidatore da strapazzo come me, non è inventiva è pura realtà :))). Quando a qualche festa comincio a raccontare delle mie disavventure in auto si forma un capannello di gente intorno a me che ride a crepapelle.

  3. è vero, alla fin fine i piacevoli supertramp si son sempre ascoltati… ed ora poi che hanno ispirato questo piacevolissimo racconto – o pagina di diario – che ho trovato scritta in modo proprio divertente, sai come ne sarebbero fieri anche se han mietuto successi internazionali? ma che bravo! l’umorismo è nelle tue corde, ragazzo
    (ps. io di specchietti laterali ci vivo, ma non saprei mai far entrare un furgone in un garage in salita, soprattutto se in val Trompia)
    baci

  4. sempre bella musica da risentire o da scoprire. il tuo aneddoto automobilistico mi ha fatto ricordare di quando, a fine anni settanta, fresche di patente io e un’amica ci mettemmo alla guida di una renault 4 con un improponibile cambio attaccato allo sterzo….non riuscimmo a inserire la marcia indietro e così camminammo per chilometri in una stradina di campagna fino a uno slargo dove fare inversione…naturalmente la macchina era stata presa di nascosto e bisognava riportarla entro un certo orario.
    gradevolissima lettura, ciao

    • Eli, un giorno mi deciderò a raccontare tutte le dis-avventure del falconiere in macchina ….un romanzo credi da spanciarsi che se lo leggesse colui che mi ha dao la patente di sicuro viene a ritirarmela. Però oggi nel pomeriggio sono andato in un paese a 8 km di distanza e non ho combinato niente di grave. si vede che invecchiando miglioro:)

      • @tempodiverso, a me capita ancora di allungare la strada perchè ho problemi di inversione di marcia….ho bisogno di spazio. Sei libera di non crederci ma quando ho fatto l’esame della patente nell’inversione di marcia sono andato un po’ dentro una siepe e quando l’istruttore mi ha detto se non ci vedevo ho risposto che avevo visto benissimo ma tanto l’auto era scassata e non si sarebbe fatta niente. Non sapeva cosa rispondere dal ridere e mi ha promosso ma gli ho dovuto promettere che avrei fatto ancora almeno una ventina di guide con l’istruttore . Ma ceeeeerto !

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